Un luogo comune sostiene che il cibo fritto faccia male, certamente buono ma da evitare, pena danni gravi all'organismo. Converrete con me che di verità assolute in questa vita ce ne siano ben poche, e che se facessimo una ricerca sul web scopriremmo tutto ed il contrario di tutto!
In che modo il fritto possa far bene ce lo spiegano due amici e colleghi con i quali ho la fortuna di lavorare e confrontarmi quotidianamente, e che ringrazio per la collaborazione ed il contributo scientifico che danno a questo blog.
“ Il fritto, se consumato in quantità congrue e cucinato nella giusta maniera, può avere effetti benefici sulla digestione. In soggetti sani infatti, favorisce la contrazione e lo svuotamento della colecisti (o cistifellea). La bile in essa contenuta, composta da acidi biliari e molecole tossiche filtrate dal fegato, viene secreta dalla colecisti nel duodeno, contribuendo a neutralizzare l'acidità del chimo proveniente dallo stomaco e favorendo la digestione dei grassi. Lo svuotamento forzato della colecisti, inoltre, impedisce il ristagno di bile e il conseguente rischio di formazione di calcoli biliari (causati dalla precipitazione di sali, colesterolo e pigmenti contenuti nella stessa). Ovviamente in caso di malattie del fegato, della colecisti o intestinali, l'assunzione di cibi che stimolano la secrezione biliare va concordata con il medico curante. Non va dimenticato inoltre che la cottura in olio riduce l'indice glicemico degli alimenti (Journal of medicinal food). Pertanto, consumando una volta la settimana un buon fritto, preparato nel giusto modo, non solo favoriamo la digestione ma seguiamo anche un importante principio riguardante una sana alimentazione: la varietà”. (dott. Marco Battistini, dirigente medico presso l'ASL TO4 specialista in Patologia clinica; dott. Antonio M. Alfano dirigente medico presso l'ASL TO4 specialista in Medicina interna).
Quindi, se siamo in buona salute, concedersi un buon fritto, una volta alla settimana é utile al nostro organismo. Perché è buono, fa bene al corpo ed allo spirito.
Tutto ciò ad una condizione: che il fritto sia fatto bene! Come? Basta seguire poche semplici indicazioni.
- Utilizzare un olio con elevato punto di fumo: il più adatto è l'olio di arachide (consiglio di evitare i gli oli specifici per fritti, dal basso costo e bassa qualità)
- La temperatura dell'olio non deve superare i 180°C (utile munirsi di termometro adatto)
- Usare un pentolino alto in modo da friggere in olio profondo senza che il cibo tocchi il fondo.
- Scuotere bene il cibo se viene precedentemente infarinato o impanato, i residui e le impurità che rimangono nell'olio ne abbassano il punto di fumo.
- Immergere i cibi nell'olio già caldo (questo provoca l'evaporazione dell'umidità dell'alimento e impedisce che assorba molto olio) e pochi alla volta in modo da non abbassarne la temperatura.
- Dopo la cottura mettere il cibo su carta assorbente da cucina così da ridurre l'eccesso di olio
- Non riutilizzare l'olio per successive fritture.
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