Come
sicuramente avrete notato è ormai comune trovare sugli scaffali dei
supermercati e nei negozi di alimentari la disponibilità di prodotti senza
glutine: il mercato di questi prodotti è
in forte crescita, non solo tra le persone che presentano una patologia legata
al glutine, ma sempre più spesso, anche chi è sano sceglie di eliminare il
glutine dalla propria dieta.
Quest’idea
è rafforzata dalla convinzione, che qualcuno contribuisce a diffondere, che
l’esposizione prolungata e continua a questa proteina sia la causa della celiachia e di altri
disturbi legati alla sua ingestione. Mi appassiona molto questo argomento
perché, per più di due anni, io e miei
colleghi ci siamo occupati di diagnosi
di celiachia eseguendo migliaia di esami, partecipando a convegni e facendo
studi e pubblicazioni su riviste scientifiche riguardo la celiachia. A fronte
della palese disinformazione che ci circonda sento la necessità di fare chiarezza riguardo un
argomento che è diventato di moda negli ultimi tempi e sul quale ho letto e
sentito dire le cose più fantasiose, anche purtroppo da persone che si
proclamano esperte in materia di nutrizione.
Il glutine è la sostanza proteica che si forma da due proteine presenti nelle farine di cereali quali frumento, farro, segale e orzo. In presenza di acqua ed energia meccanica, la gliadina e la glutenina formano un reticolo che conferisce agli impasti elasticità e li rende in grado di trattenere i gas che si formano durante la lievitazione.
Esistono tre
diverse condizioni patologiche legate al glutine, anche se spesso e in modo
errato i tre termini vengono utilizzati
come sinonimi:
- · la celiachia
- · l’allergia al frumento
- · la sensibilità al glutine
· L’ALLERGIA AL FRUMENTO (grano) è una condizione
patologica completamente diversa dalla celiachia, coinvolge meccanismi
immunitari diversi, è scatenata da un complesso di molecole del grano diverse
dal glutine, verso le quali l’organismo reagisce producendo anticorpi specifici
(IgE) e scatenando una serie di manifestazioni a livello cutaneo (orticaria),
gastrointestinale o respiratorio (asma
del panettiere) che compaiono dopo pochi minuti o poche ore
dall’esposizione. La diagnosi di allergia si basa sui test allergometrici
cutanei a lettura immediata (Prick Tests) e sulla individuazione nel sangue
degli anticorpi IgE specifici (RAST) anti-farina di frumento, orzo o segale,
oppure di anticorpi IgE anti-alfa-amilasi.
· La SENSIBILITA’ AL GLUTINE è una reazione all’assunzione di glutine in
casi in cui celiachia e allergia al frumento sono state escluse. I sintomi compaiono
dopo ore o giorni e comprendono disturbi
gastrointestinali quali senso di pesantezza allo stomaco, diarrea e dolori
addominali, ma anche disturbi extraintestinali, come sensazione di confusione
mentale, cefalee, dolori articolari e muscolari. I sintomi si presentano di
norma alcuni giorni (oppure ore) dopo il consumo di alimenti contenenti
glutine. Allo stato attuale non vi sono marcatori diagnostici per la
sensibilità al glutine, pertanto si tratta di fatto di una diagnosi per
esclusione. Per la corretta diagnosi di sensibilità al glutine è importante
soprattutto per prima cosa che vengano escluse, con i metodi diagnostici
conosciuti, celiachia e allergia al frumento. A tal proposito si rammenta che non esiste
validazione scientifica per l’utilizzo dei test IgG anti-alimenti proposti in
alcuni laboratori e farmacie (Collège des médecins du Quebec)
Quindi perchè rinunciare a pane, pizza, pasta…..e a tutte le cose buone che i cereali ci possono regalare, se non esiste un dimostrato motivo per privarsene?
(Maria Teresa Tambuzzo, Marco Battistini, Antonio M. Alfano, Paola
Merlach, Cristina Mancinetti. Lab
Analisi Autoimmunità, ASLTO4)
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